Il Centro di ascolto alla vita che opera a Abbiategrasso Magenta e Rho è un’associazione di volontariato nata nel 1987 al fine di promuovere una cultura di accoglienza alla vita e di sostenere concretamente donne che si trovano davanti a una maternità non desiderata o difficile. Fin dalla sua nascita opera in ospedale, prima ad Abbiategrasso e dal 2002 presso il presidio ospedaliero di Magenta e dal 2012 all’ospedale di Rho.
Ci prepariamo a vivere la 44a giornata per la vita, per noi è un’occasione importante per riflettere e far riflettere sul tema della difesa della Vita nascente.
Spesso ci chiedono il numero di mamme che abbiamo sostenuto e numeri che possano definire il nostro servizio e noi, di fronte a questa domanda ci indispettiamo. E’ veramente difficile e riduttivo definire il nostro servizio con numeri, perchè dietro la freddezza dei dati ci sono storie di donne tutte diverse che noi volontarie incontriamo in colloqui intensi che ci aprono all’incontro con la vita di una mamma, della sua famiglia e del suo bambino; queste mamme spesso sole, spaventate, piene di dubbi e fatiche ci chiedono di percorrere insieme un breve tratto di strada della loro vita e noi sappiamo che possiamo entrare nelle loro confidenze solamente “ scalze e in punta di piedi”, cariche di rispetto e gratitudine. Per noi vale la pena spendersi anche per una sola donna, perché ogni donna è importante ma per ognuna di loro offriamo gratuitamente ore di colloquio, tempo dato nel silenzio e attesa. Quando incontriamo una donna succede qualcosa di speciale, si parla poco e si ascolta e si osserva molto, c’è un incrocio di sguardi, ci vengono confidate delle paure molto personali e intime, le donne raccontano delle loro fatiche, alcune sono lontane dalle famiglia di origine, altre hanno progetti che la nuova gravidanza manda all’aria. TUTTE quelle che si rivolgono a noi hanno bisogno di parlare, di confidarsi, di incontrare uno sguardo di bene e indipendentemente dalla loro scelta finale, che a volte, purtroppo è di abortire, ci ringraziano per averle ascoltate.
E’ successo proprio così all’inizio di Dicembre, una donna di origine africana ha manifestato questo bisogno, il covid ha provato ad ostacolarla nel suo desiderio d’incontro, ma lei appena ha potuto è venuta nella nostra sede, ed è stata un fiume in piena. Ci ha raccontato dei suoi bambini, del marito, dei suoi progetti in Italia, delle sue paure, delle frasi che l’hanno ferita in questi anni, abbiamo visto le sue lacrime e ci siamo profondamente interrogate sul peso che hanno le parole e sul significato vero dell’accoglienza umana. Oltre a noi solo il marito sapeva di questa gravidanza, continuava a ripetere che era confusa e prima di prendere una decisione voleva prendersi del tempo. Abbiamo dato il nostro sostegno, non abbiamo negato le fatiche, ma le abbiamo promesso che le avremmo condivise insieme, accompagnandola nella riflessione e nel cercare in sé risposte di verità e di bene. Nei giorni seguenti sono intercorse telefonate, messaggi; poi nulla per due lunghe settimane, in cuor nostro non abbiamo mai abbandonato la speranza, consapevoli, però che tutto poteva succedere. In un pomeriggio frenetico, pieno di cose di fare, è arrivato un suo messaggio vocale che custodiamo come un dono prezioso. La sua voce era diversa: ci voleva comunicare che il giorno dopo avrebbe avuto l’interruzione di gravidanza, ma aveva chiamato la segreteria per disdire l'appuntamento. Queste le sue parole: “ non voglio più pensare al passato… che strano ora non vedo l’ora di avere tra le braccia il mio bambino e di portarlo da voi”. Inutile dire la nostra immensa gioia che è scoppiata fino alle lacrime.
La vita è veramente il miracolo più bello! Tutte le fatiche sono dimenticate e si riparte dicendo sempre: Non stanchiamoci di servire in più piccoli ed indifesi, che hanno diritto di nascere alla vita.
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